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Karel Čapek


Karel Čapek è stato un giornalista e scrittore ceco.

Nato a Malé Svatonovice in Boemia il 9 gennaio 1890, nell'Impero Austro-Ungarico, figlio di un dottore, studiò filosofia a Parigi per poi divenire giornalista.
Intraprese l'attività di scrittore più per creare satire taglienti contro la situazione del suo Paese che per intenti letterari.

Il suo lavoro più famoso è il dramma in tre atti R.U.R. (Rossum's Universal Robots). In quest'opera compare per la prima volta la parola robot (dal ceco robota, "lavoro duro, lavoro forzato"), che tanto successo ha avuto in seguito. Il termine fu inventato e suggerito all'autore dal fratello Josef.

Di seguito una sua favola, tratta dalla raccolta "Devatero pohádek" ed un estratto dei suoi appunti di viaggio in Italia nel 1923 che pubblicava nel giornale "Lidové noviny", riuniti più tardi nel libro "Italské listy".

Jan Potocki descrive la lotta dei cosacchi


Non voglio dimenticare di dire che i giovani cosacchi mi hanno offerto lo spettacolo di una lotta. La mossa più bella di questo gioco consiste nell’afferrare il proprio avversario per la cintura e quindi nel cadere all’indietro trascinandolo con forza, in modo da scagliarlo oltre la propria testa, facendogli fare così un capitombolo assai violento per rompergli le ossa. Ma un cosacco non è così fragile e questi si rialzavano contenti come se avessero eseguito un semplice passo di danza.



Tra il 1797 e il 1798 Jan Potocky, il celebre autore del "Manoscritto trovato a Saragozza", intraprese un viaggio nelle regioni più meridionali della Russia, durante il quale annotò i costumi delle popolazioni locali, lasciando ai posteri una preziosa testimonianza dei luoghi e del passato nel libro "Nelle steppe di Astrakan e del Caucaso", uscito per la prima volta nel 1829.

Il possibile incontro tra Dickens e Dostoevskij


Nel 2002, sulla rivista The Dickensian, in cui veniva pubblicata la ricerca sulla corrispondenza e le opere di Dickens, è comparso un articolo, in cui era citato un estratto di una lettera, presumibilmente scritta da Fedor Dostoevskij al suo medico curante Stepan Yanovsky nel 1878, nel quale Dostoevskij ricordava il suo incontro con Dickens, avvenuto nel mese di luglio del 1862, nella redazione della rivista letteraria All the Year Round.

Dalla lettera risulta che Dickens durante questo incontro abbia raccontato a Dostoevskij come in lui coesistono due personalità: una benevola e una malvagia.

Ci sono due uomini in me, uno che prova tutto ciò che un uomo dovrebbe provare, e l’altro che prova l’opposto. Da quest’ultimo nascono i miei personaggi malvagi, mentre dal primo, che prova ciò che un uomo dovrebbe, mi faccio guidare nella vita quotidiana.

In risposta Dostoevskij ribatté: «Solo due?».

Successivamente diversi studiosi di Dickens hanno citato questa lettera nei suoi articoli. Nel 2009 la lettera fu ristampata in parte nella biografia di Dickens, scritta da Michael Slater.

Nel 1862, nel corso del suo primo viaggio in Europa, Dostoevskij durante il suo soggiorno a Londra fece visita ad Aleksandr Herzen che, come Dostoevskij, era un grande ammiratore di Dickens. È possibile che fu proprio Herzen ad organizzare l’incontro tra i due scrittori.

Dickens fu uno degli scrittori il cui lavoro ebbe una notevole influenza su Dostoevskij, soprattutto all’inizio della sua carriera letteraria. I temi della “povera gente”, degli “umiliati e offesi”, dell’infanzia, così come l’immagine della vita della grande città sono alla base delle opere di entrambi gli scrittori.

Tuttavia, a parte la citata lettera di Dostoevskij, non esistono altre prove di questo grande evento per la letteratura mondiale e molti studiosi e critici sono addirittura del parere che l’incontro tra i due scrittori non sia altro che una congettura.
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