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PER CONTRIBUIRE

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PER NON DOVERMI VERGOGNARE - storie su Hitar Petar


La casa di Hitar Petar era povera: accanto al focolare c'era una pignata annerita, due conche appese al lavabo, tre o quattro ciotole di coccio decorate su una mensola e accanto al letto in un angolo c'era un grande baule con i vestiti dei proprietari.
Nel villaggio di Petar c'era un ladro. Un giorno, Hitar Petar notò il ladro aggirarsi e cercare il modo di entrare in casa sua. Petar si nascose nel baule e aspettò. Dopo un po', il ladro entrò nella stanza, frugò qua e là, ma non trovò nulla di interessante.
"Probabilmente troverò qualcosa nel baule!" - disse e sollevò il coperchio.
In quel momento, Petar si alzò di fronte a lui.
- Ma tu stai qui? - il ladro si stupì sorpreso.
- Mi sono nascosto per non dovermi vergognare - sorrise Petar. - Sapevo che non ti sarebbe piaciuto niente in casa mia...
(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova



© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

L'USIGNOLO E IL TACCHINO - storie su Hitar Petar


Hitar Petar portò un tacchino al mercato per venderlo. Accanto a lui c'era un altro venditore. Teneva una bella gabbia e nella gabbia saltellava e cantava un piccolo usignolo.
Una persona si fermò, ascoltò la canzone dell'uccello e chiese al venditore:
- Quanto vuoi per l'usignolo?
- Mezza moneta d'oro! - rispose modestamente il venditore.
- Non è costoso. Canta bene! - disse l'uomo e iniziò a valutare il tacchino.
- Quanto vuoi per il tacchino? - chiese a Petar.
- Cinque monete d'oro! - rispose Petar e lo guardò dritto negli occhi.
- Per cinque monete, amico mio, comprerò venti tacchini come il tuo! - rise il compratore.
- Se valuti questo piccolo uccellino mezza moneta d'oro, quanto dovrei chiedere io per il mio tacchino bello pasciuto? - scosse la testa Petar. - Un tacchino ha cento volte più carne di un usignolo.
- Un usignolo è una cosa e un tacchino è un'altra. Non possono essere confrontati! - iniziò a discutere il compratore. - Ascolta come canta bene l'usignolo.…
- Bene! - rise anche Hitar Peter. - L'usignolo canta e il tacchino tace. E come sai: le parole valgono argento, il silenzio vale oro…

(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova



© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

"La peste dei bambini" di Eduard Petiška


La peste dei bambini
Autore: Eduard Petiška
Traduzione dal ceco: Emilia Vinarova

Nei tempi antichi la morte nera entrava nelle città, come e quando le piaceva, e non aveva bisogno di porta per entrare e nessun muro o recinto poteva trattenerla. La mattina uno si alzava sano e forte e la sera stava in letto malato con il segno della morte negli occhi. La peste non sceglieva, prendeva i giovani e i vecchi, e non facevano in tempo a camposanto a scavare le fosse per le tombe. E di notte seppellivano alla luce delle fiaccole.

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