- Andiamo alla locanda.
- Non abbiamo un soldo spaccato! - gli ricordò l'amico.
- Lo so - rispose Peter - ma l'oste è ricco, può ospitare due poveracci.
Si sistemarono in una stanza, chiamarono il ragazzo del padrone della locanda, ordinarono cibo, mangiarono, si sdraiarono e si addormentarono.
Al mattino si alzarono presto e iniziarono a prepararsi per ripartire. Il ragazzo entrò da loro per mettere a posto la stanza e ad accompagnarli.
- Ragazzo, quanto è costato il vitto e l'alloggio? - chiese Petar.
- Due Lev, zio!
- Cosa stai facendo, Petar? - il suo amico rimase sorpreso. - Perché chiedi il conto?
- Per pagare! - rispose Petar e mise la mano nella cintura.
- Come?
- Così, con i soldi! - fece l'occhiolino Petar e tirò fuori la borsa vuota.
- Non capisco.…
- Lo capirai! - Petar interruppe il suo amico. - Ma invece di litigare e per non fare rumore così presto, bendiamo gli occhi al ragazzo, chi prenderà - colui pagherà il conto.
- Va bene! - acconsentì l'amico, dopo aver capito cosa aveva in mente Petar.
- Giochiamo a mosca cieca! - il ragazzo fu felice e da solo si bendò gli occhi.
Mentre il ragazzo girava per la stanza con gli occhi bendati e le braccia aperte, Hitar Petar e il suo amico aprirono piano piano la porta e sgattaiolarono fuori.
Il ragazzo inciampò sulla sedia e cadde.
L'oste sentì il trambusto e andò a vedere cosa stava succedendo. Quando l'oste entrò nella stanza, il ragazzo lo afferrò e gridò allegramente:
- Paghi tu!
- Si capisce, se questi birbanti ti hanno bendato e sono scappati! - si arrabbiò il chorbaji.
(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova
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